Texas 2021: raddoppiati i terremoti da estrazione di petrolio e gas
Nel 2021 registrate 209 scosse di grado superiore a 3.0 R; nel 2020 "solo" 98.
E’ stato un susseguirsi di scosse e tremori in localita’ texane non proprio note per la sismicita’ naturale.
Siamo ad Odessa, nel cuore del Texas petrolifero.
La gente inizia a trovare crepe nei muri, a svegliarsi nella notte e deve imparare a convivere con terremoti a cadenza di un giorno si e un giorno no.
Nel 2021 in Texas ci sono stati 209 terremoti di magnitudo superiore al 3 della scala Richter; il doppio rispetto al 2020 quando invece ne sono stati registrati “solo” 98.
I terremoti sono quasi tutti concentrati attorno ad Odessa/Midland, nella petrol-regione detta Permian Basin, sede di estrazione di gas e di petrolio, e di intensa attivita’ di reiniezione.
E sono proprio le re-iniezioni secondo i geologi locali, che hanno portato a questa impennata di terremoti. La reinizione di monnezza sottoterra, fatta di liquidi di scarto, materiale tossico ad alta salinita’, oli vari, puo’ infatti riattivare le faglie sismiche, anche quelle dormienti o che non si conoscono ancora. Non e’ questa acqua limpida, ma robaccia nera, densa, puzzolente.
Come ripetuto ad infinitum, trivellare abbisogna di fluidi industriali per guidare il processo di scavo sotterraneo; nel tirare fuori petrolio e gas spesso ci sono pure liquidi di scarto che la natura ha messo li per millenni. Per ogni barile estratto ce ne possono essere fino a dieci di materiale di scarto che da qualche parte occorre pur mettere.
Dove metterli?
Sotto terra e’ sempre il metodi piu’ economico, della linea occhio non vede cuore non duole. Solo che la terra trema.
In Texas questa pratica e’ durata per anni. Nel Permian Basin ne hanno reineittato circa 200 miliardi di litri nel 2011.
Non contenti ogni anno ne hanno reiniettato un po di piu’. Fino ad arrivare nel 2021, a piu’ di 800 miliardi di litri. Uno dei maggiori operatori e’ la Chevron.
E la Terra non ha potuto contenere tutti questi liquidi e questi cambi di equilibri sotterranei e puntuali sono arrivate scosse di terremoto piu’ o meno potenti. Secondo uno studio dell’ U.S. Geological Survey e dell’Universita’ dell Texas la maggior parte dei terremoti in zona dal 2000 ad oggi sono dovuti alla sismicita’ indotta. E questo e’ confermato dagli enti dello stato del Texas.
Non solo, i terremoti diventano sempre piu’ intensi.
Per esempio, fra il 2018 e il 2020, in Texas ci sono stati 9 terremoti di grado superiore al 4, e nel 2021 ben 15. Il piu’ forte di questi e’ stato a Dicembre 2021 e di intensita’ 4.6 della scala Richter. Ora, ci sono certo terremoti naturali di maggiore intensita’, ma il punto e’ che questa era zona non sismica e che intensita’ e numero sono aumentati spaventosamente nel corsi di pochi anni.
Cosa succedera’ fra altri 5, 10, 20 anni?
Non si sa.
Per l’intanto, l’agenzia che si occupa di regolamentare le trivelle, il Railroad Commission of Texas (che e’ lo stesso ente che controlla le… ferrovie!), ha messo un divieto temporaneo alla reiniezione attorno ad Odessa, proprio a causa della sismicita’ indotta, anche se il danno e’ gia’ stato fatto e gli strascichi delle reiniezioni passate si faranno sentire a lungo ancora.
In altre parti hanno invece istruito i petrolieri di trovare un modo per “ridurre” l’instensita’ della sismicita’ indotta al massimo a 3.5.
Come se avessero la bacchetta magica o come se il terreno si potesse manovrare a comando!
La gente e’ arrabbiata, ma non abbastanza.
Le trivelle significano tante cose per chi ci vive vicino: rumori di estrazione, manutenzione, fiammate, trasporto e camion a tutte le ore del giorno e della notte, acqua dal sapore metallico in casa, puzza lieve e meno lieve in atmosfera, ma costante. E ora pure le scosse.
La parte del “non abbastanza” e’ dovuta al fatto che un sacco di gente vive attorno o con l’industria petrolio, direttamente o indirettamente. Magari hanno parenti o amici che ci lavorano. Alcune stime dicono che circa il 30% dei residenti dipende in qualche modo dall’industria del petrolio o del gas. E questo significa che e’ difficile contrastarli apertamente e senza paura di perdere lavoro, affetti, introiti.
E poi ci sono lavoratori che sono qui a breve termine, gente giovane che pensa che al massimo stara’ qui per 3,4 anni, fara’ un sacco di soldi (!) e poi, si ricomicia daccapo altrove. E quindi manca il senso di comunita’, del fare la cosa giusta, del vedere il posto dove si vive come un posto dove investire emotivamente e da salvare, a cui voler bene.
Una vera soluzione non esiste, un po’ come per lo stoccaggio di materiale radioattivo dal nucleare, anche se cercano di inventarsi qualche specchietto per le allodole.
Per esempio, hanno cercato di costruire impianti per il “reciclaggio” di materiale tossico in superficie nel 2020. Producono condensati di scarto che finisce in discariche autorizzate dopo un lungo processo di filtraggio, con vasche e reazioni chimiche. Oltre ai condensati di scarto (come dei mattoncini o delle torte a seconda della forma scelta) ci sono enormi quantita’ di fluidi che vengono riversati in un lago artificiale a cielo aperto e che e’ ancora tossica.
Le foto sono qui e arrivano dal Texas Tribune
Ma no invece. Una vera soluzione esiste.
La vera transizione ecologica, non quella di Cingolani, dove invece di trivelle, reiniezione e tortine tossiche abbiamo invece sole, vento, risparmio energetico, e rispetto del creato.
Siamo tutti su questa terra per un attimo solo, cerchiamo di migliorarla e non di distruggerla.