Zelensky invita alla resa: il falso video creato dai russi con l’intelligenza artificiale

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Raffaele Mastrolonardo

©Getty

Una clip, chiamata in gergo “deepfake”, mostra il presidente dell’Ucraina che chiede al popolo di deporre le armi. Ma è un fake creato con l’IA

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Un falso video, con un falso discorso di resa, realizzato grazie all’intelligenza artificiale. Protagonista Volodymyr Zelensky, o meglio una sua riproduzione digitale. E’ questa l’ultima trovata messa in campo dalla propaganda russa per provare a seminare dubbi nell’opinione pubblica avversaria.

La clip con il presidente dell’Ucraina che si rivolge alla nazione e invita il popolo a deporre le armi ha cominciato a circolare sui social media nella giornata del 16 marzo e rappresenta a suo modo un momento storico nell’evoluzione delle tecniche di disinformazione virtuali.

Si tratta infatti del primo vero impiego, in un contesto di guerra, di quella manipolazione dei video comunemente chiamata “deepfake”, una tecnica che consente di sostituire in maniera più o meno realistica le sembianze di un soggetto presente in una sequenza con quelle di un altro.

La circolazione del video

La clip manipolata ha iniziato ad essere condivisa sui social media dopo che il canale televisivo Ukraine 24 aveva denunciato un attacco informatico ai suoi danni nel corso del quale - a detta dell’emittente - sul suo sito era stato pubblicato il video incriminato.

Poco dopo l’annuncio, lo stesso Zelensky ha condiviso su Instagram un video per smentire le sequenze manipolate e invitare semmai i soldati russi a deporre le armi.

Le reazioni

La pubblicazione del video modificato con l’intelligenza artificiale ha destato molta attenzione tra tutti coloro che seguono l’evoluzione del conflitto e il ruolo che in esso giocano i media digitali. Si tratta infatti del primo tentativo di impiegare questa tecnica in un contesto bellico con l’intento esplicito di ingannare.

Dall’inizio del conflitto infatti i deepfake erano stati utilizzati solo in modo dichiarato, senza la volontà di mistificare, per mostrare solidarietà con il popolo ucraino e la sua leadership. Per esempio, nel caso della scena del film “Bastardi senza gloria” in cui i volti di due personaggi erano stati sostituiti con quelli di Zelensky e Putin. Oppure con la possibilità offerta dall’app Re-face (basata in Ucraina) di realizzare brevi clip con il proprio viso, o quello di un attore famoso, al posto della faccia del presidente ucraino.

Nel caso del “deepfake” del discorso di resa di Zelensky, invece, lo scopo sembra essere inequivocabilmente malevolo. Tuttavia, come ha notato la maggior parte dei commentatori, la qualità del risultato è piuttosto bassa e non all’altezza delle ambizioni. Il giornalista della BBC Shayan Sardarizadeh lo ha definito “terribile” e “fatto al risparmio”, mettendo in luce come l’accento di Zelensky suoni decisamente russo.

Qualche utente di Twitter ha fatto notare come la testa del presidente ucraino sembri appoggiata sul collo in modo innaturale. Altri, infine, nutrono seri dubbi sul fatto che qualche ucraino possa essere effettivamente ingannato da un prodotto simile. 

Al di là della riuscita, resta il salto in avanti nelle tecniche di disinformazione. Un passo comunque non inatteso. A inizio marzo il ministero della Difesa dell’Ucraina aveva condiviso su YouTube un video proprio per sensibilizzare sul rischio “deepfake”.

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