A novembre cresce l’eolico. Ma le rinnovabili ancorate al 37% della domanda elettrica

La quota di rinnovabili a fine novembre è del 36,8% della richiesta annuale del paese, contro il 38,9% del 2020 e al 35,6%. Lontanissimo l'obiettivo 2030.

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Escono con un sensibile ritardo i dati mensili di novembre 2021 di Terna sulla domanda e offerta di energia elettrica in Italia, probabilmente per un ricalcolo dei dati per il 2020 e il 2021 che comunque abbiamo recepito nella nostra elaborazione. Dati che comunque non vanno ad alterare particolarmente l’attuale trend.

A novembre la richiesta di elettricità del paese aumenta del 3,8% rispetto al novembre 2020. La quota di rinnovabili è al 28,5% (un anno fa era al 30,4%).

La produzione di rinnovabili elettriche a novembre 2021 è diminuita di 290 GWh rispetto a novembre 2020.

Per lo scorso mese è da rilevare un calo del 16,3% dell’idroelettrico e un incremento del 21,5% della produzione termoelettrica (cresciuta anche ad ottobre 2021 del 10,7% sull’anno prima), uno dei motivi del conseguente impatto sui prezzi energetici che abbiamo registrato in queste ultime settimane.

Lo scorso mese tra le rinnovabili cresce del 63,5% la generazione di eolico.

Secondo i dati pubblicati dall’ultimo report di Terna (allegato in basso), a novembre la domanda di energia elettrica di novembre è stata coperta per il 68% da fonti non rinnovabili.

Dati per il periodo gennaio-novembre 2021

Negli undici mesi trascorsi in questo 2021 la domanda di elettricità del paese è stata pari a 290,6 TWh con un incremento del 5,6% sullo stesso periodo del 2020.

Facendo un confronto con il 2019 (anno non toccato dalla crisi pandemica) si registra invece un calo della richiesta dell’1,1% circa.

Le fonti rinnovabili hanno finora prodotto circa 106,9 TWh (-470 GWh circa sullo stesso periodo del 2020, pari a -0,4%).

La quota delle rinnovabili è stata finora (gen-nov 2021) del 36,8% della domanda elettrica contro il 38,9% del 2020 e al 35,6% nello stesso periodo del 2019. Insomma, un quota di rinnovabili che non decolla ed è lontanissima da quel target Pniec del 55% al 2030, per non parlare di quello del 72% indicato dal governo Draghi.

In termini di produzione elettrica interna le fonti rinnovabili soddisfano il 42,3% (eravamo al 43,1% un anno fa).

Nel grafico l’andamento della domanda di energia elettrica e della generazione di rinnovabili nei periodi gennaio-novembre, dal 2014 al 2021.

Tra le rinnovabili la crescita maggiore l’ha avuta l’eolico: +7,1% sul 2020. In diminuzione del 4,5% la generazione da idroelettrico (-2,1 TWh).

Leggerissima la crescita del fotovoltaico (+1,4%, con appena +340 GWh), fonte che, con quasi 24,2 TWh, ha coperto l’8,3% della domanda del paese a fine novembre. L’eolico, con 17,8 TWh, arriva a soddisfare il 6,1%.

Insieme le due fonti hanno soddisfatto il 14,4% della domanda elettrica del paese (14,6% lo scorso anno) e hanno prodotto 42 TWh (+1,6 GWh sullo stesso periodo 2020).

La fonte idroelettrica supererebbe in generazione eolico e FV con 43,2 TWh; se però consideriamo l’apporto dei pompaggi la sua generazione scende a 41,5 TWh.

La quota hydro sulla domanda elettrica è dunque del 14,3% se appunto consideriamo la quantità che va attribuita al pompaggio. La generazione da bioenergie è al 5,7% e la geotermia all’1,7%.

Eolico e fotovoltaico insieme rappresentano finora il 39,2% di tutte le fonti rinnovabili, mentre l’idroelettrico è al 40,5%, se non decurtiamo l’energia necessaria al pompaggio.

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